ACCADEMIA HERMANS
FABIO CIOFINI, clavicembalo e direzione
MARCO FIORINI, violino solista
(già Primo violino solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia)
Marco Fiorini ha iniziato lo studio del violino con la madre Montserrat Cervera e si è diplomato sotto la guida di Mila Costisella presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma nel 1988 con il massimo dei voti e la lode. Si è successivamente perfezionato in violino con Pavel Vernikov, Zinaida Gilels e Eugenia Chugajeva a Portogruaro e Vienna, in quartetto con Piero Farulli, Raphael Hillier e Sadao Harada.
Da allora è impegnato in un’intensa attività concertistica che lo ha portato a suonare per importanti Istituzioni quali l’Accademia S. Cecilia e la IUC a Roma, La Filarmonica di S. Pietroburgo, Milanomusica, il Teatro La Fenice, il Teatro S. Carlo e l’Ass. Scarlatti a Napoli, e a collaborazioni cameristiche con musicisti di fama quali Myung-Wung Chung, Alexander Lonquich, Michele Campanella, David Geringas, Mario Brunello, Boris Petruschansky, Antony Pay e Veronica Hagen.
Primo violino solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia dal 1996 al 2006, ha suonato con illustri direttori ( Chung, Maazel, Pretre, Sawallisch, Temirkanov, Tate, Dutoit, Fruhbeck de Burgos), ha effettuato numerose tournées in Europa, Giappone, Corea e Cina, ha interpretato i più noti “a solo” di Strauss, Bach, Beethoven, Tschaikowsky e Rimsky-Korsakov ed ha inciso per Deutsche Gramophone, Musicom ed EMI. Sempre in tale ruolo ha collaborato tra le altre con l’Orchestra della Scala di Milano, la Symphonica Toscanini, l’Orchestra da Camera di Losanna e l’Orchestra Sinfonica di Roma.
Ha inoltre registrato per RAI, Radio Nacional de Espana, Catalunya Radio, Ermitage, Frequenz e Musikstrasse, RadioSvizzeraItaliana, Bayerischer Rundfunk. Tiene corsi di perfezionamento e masterclasses di violino, musica da camera ed orchestra, anche in veste di direttore, sia in Italia che all’estero (Spagna, Singapore) e cura la rubrica sulla tecnica strumentale per la rivista specializzata Archi Magazine.
LE QUATTRO STAGIONI è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: Il cimento dell’armonia e dell’inventione.
Uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725, ma è lo stesso Vivaldi ad affermare, nella dedica al conte Morzin, che erano stati composti precedentemente: i diversi manoscritti ritrovati presentano alcune differenze che confermano quanto dichiarato dall’autore.
“Il cimento”, come la precedente raccolta di concerti L’estro armonico opera 3, si compone di 12 concerti. La differenza fra le due raccolte riflette l’evoluzione del gusto dei primi decenni del XVIII secolo: i concerti del “cimento”, sono tutti di tipo solistico, invece nell’estro insieme a 4 concerti per violino solista vi sono ben 8 concerti grossi.
Si tratta di un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo. Ad esempio, l'”Inverno” è dipinto spesso a tinte scure e tetre, al contrario l'”Estate” invoca l’oppressione del caldo, oppure una tempesta nel suo ultimo movimento. Vivaldi preparò quattro sonetti, uno per concerto.
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Antonio Vivaldi “LE QUATTRO STAGIONI”
ACCADEMIA HERMANS
FABIO CIOFINI, clavicembalo e direzione
MARCO FIORINI, violino solista
(già Primo violino solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia)
Marco Fiorini ha iniziato lo studio del violino con la madre Montserrat Cervera e si è diplomato sotto la guida di Mila Costisella presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma nel 1988 con il massimo dei voti e la lode. Si è successivamente perfezionato in violino con Pavel Vernikov, Zinaida Gilels e Eugenia Chugajeva a Portogruaro e Vienna, in quartetto con Piero Farulli, Raphael Hillier e Sadao Harada.
Da allora è impegnato in un’intensa attività concertistica che lo ha portato a suonare per importanti Istituzioni quali l’Accademia S. Cecilia e la IUC a Roma, La Filarmonica di S. Pietroburgo, Milanomusica, il Teatro La Fenice, il Teatro S. Carlo e l’Ass. Scarlatti a Napoli, e a collaborazioni cameristiche con musicisti di fama quali Myung-Wung Chung, Alexander Lonquich, Michele Campanella, David Geringas, Mario Brunello, Boris Petruschansky, Antony Pay e Veronica Hagen.
Primo violino solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia dal 1996 al 2006, ha suonato con illustri direttori ( Chung, Maazel, Pretre, Sawallisch, Temirkanov, Tate, Dutoit, Fruhbeck de Burgos), ha effettuato numerose tournées in Europa, Giappone, Corea e Cina, ha interpretato i più noti “a solo” di Strauss, Bach, Beethoven, Tschaikowsky e Rimsky-Korsakov ed ha inciso per Deutsche Gramophone, Musicom ed EMI. Sempre in tale ruolo ha collaborato tra le altre con l’Orchestra della Scala di Milano, la Symphonica Toscanini, l’Orchestra da Camera di Losanna e l’Orchestra Sinfonica di Roma.
Ha inoltre registrato per RAI, Radio Nacional de Espana, Catalunya Radio, Ermitage, Frequenz e Musikstrasse, RadioSvizzeraItaliana, Bayerischer Rundfunk. Tiene corsi di perfezionamento e masterclasses di violino, musica da camera ed orchestra, anche in veste di direttore, sia in Italia che all’estero (Spagna, Singapore) e cura la rubrica sulla tecnica strumentale per la rivista specializzata Archi Magazine.
LE QUATTRO STAGIONI è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: Il cimento dell’armonia e dell’inventione.
Uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725, ma è lo stesso Vivaldi ad affermare, nella dedica al conte Morzin, che erano stati composti precedentemente: i diversi manoscritti ritrovati presentano alcune differenze che confermano quanto dichiarato dall’autore.
“Il cimento”, come la precedente raccolta di concerti L’estro armonico opera 3, si compone di 12 concerti. La differenza fra le due raccolte riflette l’evoluzione del gusto dei primi decenni del XVIII secolo: i concerti del “cimento”, sono tutti di tipo solistico, invece nell’estro insieme a 4 concerti per violino solista vi sono ben 8 concerti grossi.
Si tratta di un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo. Ad esempio, l'”Inverno” è dipinto spesso a tinte scure e tetre, al contrario l'”Estate” invoca l’oppressione del caldo, oppure una tempesta nel suo ultimo movimento. Vivaldi preparò quattro sonetti, uno per concerto.