Pubblichiamo la prima parte di un interessante articolo, a cura dell’Arch. Miro Virili di Terni, sulla storia del Parco fluviale del Nera, comparso sul numero di dicembre 2020 del periodico La voce del CIAV (Centro Iniziative Ambiente Valnerina) in occasione del 25° anno di vita del Parco fluviale del Nera.
Il parco fluviale del Nera: una storia (parte 01)
di MIRO VIRILI architetto
Il 3 marzo di quest’anno il Parco del Nera ha festeggiato 25 anni (un quarto di secolo), infatti è stato istituito ufficialmente con la legge regionale 3 marzo 1995 n. 9 (norme in materia di aree naturali protette regionali e locali in attuazione dei principi fondamentali contenuti nella legge 6 dicembre 1991, n. 394) 1. Per questa ragione ho accetto volentieri l’invito del CIAV ha raccontare la sua storia attraverso alcuni brevi articoli al fine di ripercorrerne le tappe fondamentali, illustrare il suo territorio, i contenuti del piano e del regolamento del Parco, fare un primo bilancio dello stato di attuazione e guardare anche a prospettive future.
L’area naturale protetta Parco Fluviale del Nera fa parte del Sistema parchi-ambiente della regione Umbria2 ed è stata istituita al fine di “conservare, difendere e ripristinare il paesaggio e l’ambiente, per assicurare il corretto uso del territorio a scopi ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici e per la qualificazione e valorizzazione delle risorse e dell’economia locale”3. Secondo la sua stessa definizione è un Parco fluviale, ovvero un parco costruito intorno alle acque, che nel nostro caso sono l’asta del fiume Nera con i suoi maggiori affluenti (il fosso di Rosciano, il fosso di Ancaiano e il fosso di Castellone-Salto del Cieco) e il fiume Velino con la Cascata delle Marmore.
Il Parco è caratterizzato da un territorio modesto e da una forte presenza antropica (le stesse emer-genze naturalistiche, la Cascata delle Marmore e il fiume Nera, sono profondamente segnate dall’uomo). Conseguentemente il Regolamento e il Piano del Parco adottati nel 2007 e approvati nel 2012 (con deliberazione del Consiglio provinciale n. 16 del 12 marzo 2012), hanno proposto non un parco a indirizzo esclusivamente naturalistico, ma lo hanno concepito come un’area protetta a indirizzo misto sia naturalistico sia antropico, in cui il problema della conservazione-salvaguardia del patrimonio naturale si confronta con una presenza antropica storicamente forte che ha prodotto un patrimonio storico-culturale ricco e complesso che costituisce esso stesso un “bene” da tutelare e da valorizzare4.
L’idea di un parco lungo il fiume Nera risale al 1983, quando fu approvato il primo Piano Urbanistico Territoriale della Regione Umbria, che prevedeva lungo il corso del Nera un grande Parco Fluviale del Nera-Velino che dai Sibillini arrivava alle porte di Terni inglobando Marmore e il lago di Piediluco. Sempre il PUT prevedeva nella Valnerina perugina sino a Ferentillo il Parco naturale del Coscerno Aspra e il Parco dei Sibillini. Successivamente la Regione redige il Piano parchi del sistema parchi-ambiente dell’Umbria approvato dal consiglio regionale con deliberazione del 12 marzo 1990, n. 1147, e oggetto del decreto presidente della Giunta regionale n. 331 del 14 giugno 1990, che prevedeva per il corso del Nera due distinti parchi: il Parco Fluviale del Nera-Velino nel tratto fra Papigno e Ferentillo, comprendendo il lago di Piediluco e il fiume Velino, e il Parco naturale del Coscerno Aspra nel tratto da Ferentillo a Cerreto, comprendendo il fiume Nera e i rilievi della Valnerina. Nel 1991, con la legge 394/91 viene istituito il Parco Nazionale dei Sibillini, mentre nel 1995 con la legge regionale n. 9 la Regione Umbria cancella completamente il Parco del Coscerno Aspra e istituisce il solo Parco Fluviale del Nera nel tratto della Valnerina ternana senza il lago di Piediluco, il fiume Velino e il Piano delle Marmore. Con il Piano regionale delle aree protette approvato con DPGR 10 febbraio 1998, n. 61, la Regione conferma il Parco del Nera e istituisce delle “Aree di proposta e studio” nei territori precedentemente esclusi dal parco. Il nuovo PUT, approvato con L.R. 24 marzo 2000 n. 27, prende atto e rappresenta nelle carte nn. 12-13 le aree naturali protette dell’Italia Centrale e quelle istituite dalla L.R. 3 marzo 1995, n. 9, con le relative aree contigue, nonché quelle di studio indicate dal piano delle aree naturali protette, e le disciplina all’art. 17 delle NTA.
Queste le prime informazioni sul parco del Nera nei prossimi contributi oltre a descrivere il caratteristiche specifiche del nostro parco, traccerò le tappe principali della storia del Parco del Nera prima della sua istituzione, cercando di comprendere le ragioni delle scelte ambientali della Regione Umbria nel contesto storico degli anni Ottanta del novecento, le ricadute sul territorio, i dibattiti con le comunità interessate, gli errori delle classi dirigenti di allora e degli apparati amministrativi regionali, e della scelta coraggiosa delle comunità della Valnerina Ternana che in controtendenza con altri territori regionali decisero di sperimentare un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Prima di entrare nello specifico tenterò di trattare una storia del concetto di “parco” sia in generale che nello specifico delle nostro territorio.
1 L.R. 3 marzo 1995 n. 9 (Tutela dell’ambiente e nuove norme in materia di Aree naturali protette in adeguamento alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 e alla legge 8 giugno 1990, n. 142).
2 Il piano del sistema parchi-ambiente dell’Umbria, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione 12 marzo 1990, n. 1147, ed oggetto del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 331 del 14 giugno 1990.
3 L.R. n. 9/1995, comma 2 dell’art. 4 (obiettivi specifici).
4 Regolamento del Parto, art. 1 comma 3, pubblicato sul Supplemento straordinario al «Bollettino Ufficiale» – serie generale – n. 19 del 2 maggio 2012.
… seguiranno le altre parti …
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Periodico bimestrale – allegato alla rivista CIBUS et salus, siamo quello che mangiamo.
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