Pochi alimenti sono stati capaci, come il tartufo, di suscitare la curiosità e l’attenzione di filosofi e scienziati. I Romani ritenevano fosse stato creato da un fulmine scagliato da Giove ai piedi di una quercia, mentre fu il medico Galeno che per primo gli attribuì virtù afrodisiache, considerando la proverbiale inclinazione alla lussuria del padre degli dei. Durante il Medioevo era apprezzato nelle mense di nobili e alti prelati, ma è nella nostra epoca che è diventato simbolo stesso di ricchezza e raffinatezza a tavola. Dal punto di vista scientifico, il tartufo è un fungo sotterraneo appartenente al genere Tuber, che cresce spontaneamente nel terreno in simbiosi con le radici di querce, carpini, noccioli e pioppi. Ne esistono diverse specie, ma la più pregiata è il Tuber Melanosporum. In Valnerina questa varietà è conosciuta con il nome di “tartufo nero pregiato di Norcia” e, a dispetto della sua fama regale, appare in tante ricette della tradizione popolare umbra, non dimenticando di essere un prodotto che viene dalla terra. Tra le specialità da non perdere, la trota al tartufo nero.