I terreni più poveri e asciutti, che caratterizzano alcune microaree della valle, sono il luogo d’elezione per la lenticchia, leguminosa capace di resistere a condizioni climatiche avverse e con un corto ciclo biologico che le permette di crescere in zone semi-aride. Tra le colture tipiche di queste aree svantaggiate c’è anche il farro, specie conosciuta sin dagli inizi della civiltà agricola. Coltivata dapprima nelle regioni medio-orientali, si è diffusa rapidamente in tutto il Mediterraneo. È considerata dai nutrizionisti un ottimo alimento, ricco di sali minerali e di proteine. La lenticchia della Valnerina, grazie alle particolari condizioni del clima e del suolo, possiede altissime qualità organolettiche, che l’hanno resa famosa nel mondo dell’alta cucina. In particolare, la lenticchia coltivata sui piani del Castelluccio, a 1400 metri, è considerata la più pregiata e protetta dal marchio Igp. Ha un seme molto piccolo, di colore verde, e viene essiccata naturalmente prima di essere messa in commercio. Le sue caratteristiche le consentono di cuocere in circa 20-25 minuti, senza bisogno di metterla a bagno e senza scuocere.